Cestino quadrato in carta di giornale. Le mie riflessioni sulla tecnica

Cestino in carta di giornale

 

Tornano le giornate fredde d’autunno e torna la voglia di sperimentare tecniche nuove.

Oggi voglio condividere con voi non solo la mia ultima creazione, ma anche qualche riflessione assolutamente personale sulla tecnica dell’intreccio con la carta di giornale.

Era un bel po di tempo che mi frullava per la testa di provare ad applicarmi a questa tecnica per un sacco di ragioni:

  • Perché è un lavoro di riciclo creativo
  • Perché i cesti in carta sono belli da vedere
  • Perché sembra una tecnica abbastanza semplice
  • Perché sembra un lavoretto che richiede poco tempo
  • Perché non devi trovare, tagliare, stoccare, ammollare e gestire i rami
  • Perché il lavoro può essere lasciato a metà senza conseguenze e ripreso al momento opportuno
L’occasione per sperimentare questa tecnica per me nuova arriva da un momento di follia ordina-spostalecoseincasa tipica del moroso, con conseguente svuotamento di uno spazio nella libreria, che mi sembrava sacrosanto riempire!
Senza contare che l’ambiente in questione è tutto arredato sui toni del grigio e  in un contesto simile un cesto in carta di giornale al naturale si sposa molto bene.
Quindi mi son messa al lavoro e pian piano, lavorando poco tempo ogni giorno, ho raggiunto il mio scopo.

Cesto quadrato in carta di giornale
Devo ammettere che l’intreccio in carta di giornale ha diversi vantaggi rispetto all’intreccio tradizionale e ho visto sul web un sacco di lavori straordinari realizzati con questa tecnica. Intreccio Quotidiano, Bilibì e Carta e Oltre, per esempio, sono dei fantastici blog italiani pieni di bei lavori, ma ce ne sono anche tantissimi altri, italiani e stranieri, artisti in grado di sfruttare la carta in tutte le sue potenzialità.
Per quanto riguarda me tuttavia, ho finito per concludere che non è la mia tecnica, per una serie di motivi.
1. Procurarsi il materiale
E’ vero, la carta è comoda. Tutti noi ne abbiamo in casa in quantità e non dobbiamo fare neanche un metro per procurarci la materia prima. Ma, per quanto faticoso, io amo le giornate di potatura. Il freddo dell’inverno contrastato dal sole di mezzogiorno. L’aria fresca sul viso, il panorama, immergersi tra i fitti rami colorati dei salici! Durante l’inverno tendiamo a stare chiusi in casa, ma nelle giornate di sole stare all’aria aperta è un toccasana, un’occasione per liberare la mente, lasciare a casa le scartoffie e concentrarsi solo sui colori della stagione.
Stare a un tavolo a tagliare e arrotolare strisce di carta non è un gran divertimento, devo essere sincera. E’ lungo e tedioso. Sempre uguale. Senza parlare delle mani nere dell’inchiostro di giornale che tanto bene non fa (ok, potevo anche usare dei guanti!)
Tanto di cappello a chi riesce a “bacchettare” con passione!
Salici2. La consistenza del cesto
Qui forse dipende dalla mia poca esperienza. Ho provato ad arrotolare bacchette più “rigide” ma mi risultavano troppo grosse e poco flessibili, quindi ho optato per bacchette più “leggere”, arrotolate con meno carta (in pratica usando strisce più sottili) e ho ottenuto bacchette lunghe, snelle e flessibili, all’apparenza perfette.
Ma una volta terminato l’intreccio e tolta la dima il risultato è stato un cesto fragilino, che potrei distruggere con una leggera pressione. Non mi piace, Non mi sembra solido né durevole. Ne deduco che avrei fatto meglio a usare delle bacchette più rigide.
Il vantaggio dei rami è che, per quanto sottili siano, sono pur sempre legno, e del legno mantengono le proprietà: leggerezza, robustezza, piacere al tatto.
3. Le rifiniture
Il bello delle chiusure in vimini è che i rami di salice sono flessibili ma elastici al tempo stesso. Se curvati mantengono la forma, ma possiedono anche un effetto “molla” che può essere sfruttato se si comprendono le tensioni. Si ottengono torciglioni, trecce e motivi “tirando” i rami e incastrandoli sfruttando l’attrito fra di loro. Questo permette di rifinire i cesti in maniera robusta oltre che elegante.
La carta non si curva, non mantiene la forma, non permette “giochi” di archi o di tensioni. Non si può sfruttare l’attrito per chiudere l’ultima bacchetta sotto le altre, tenderà sempre a scivolare via. Per far stare la carta al suo posto l’unica idea che mi è venuta in mente è la colla. Funzionale, ma un po’ “banale”.
Cestino in carta di giornale_in lavorazione

4. La varietà del materiale.

Le bacchette di carta sono tutte uguali. Hanno lo stesso spessore, la stessa lunghezza, sono regolari (non hanno una parte più grossa e una più sottile). Questo è molto comodo e permette lavori di grande effetto perché tutti precisi.
Il salice al contrario è un materiale preso direttamente dalla pianta, e per questo naturalmente irregolare. Vi sono rami grossi, rami sottili, rami finissimi. C’è sempre una punta e una coda. E’ più difficile ottenere un lavoro preciso e omogeneo, ma in compenso sono dotati di una infinita varietà di sfaccettature.
Per esempio si possono usare all’interno della stessa opera rami grossi tagliati a metà, rami sottili, rifiniture fatte di torciglioni di rami sottilissimi. Chi più ne ha più ne metta. La fantasia è costantemente stimolata. E’ qualcosa di cui io sento profondamente bisogno.
Ecco, penso di aver detto tutto. La mia conclusione quindi è che continuerò per la mia strada. Mi concederò di provare ancora, magari con progetti mirati e cercando di migliorare laddove ho sbagliato.
Ma il salice, l’olmo, la vitalba, il sanguinello, l’ulivo, il nocciolo, la canna, …. rimarranno i sovrani del mio cuore!
Non me ne vogliano gli appassionati del settore. Vi ammiro tantissimo, siete in grado di fare cose straordinarie! Ma non è per me.
Buon lavoro a tutti!!

8 Risposte a “Cestino quadrato in carta di giornale. Le mie riflessioni sulla tecnica”

  1. Ciao Lucia, ho letto con molta attenzione il tuo post e non posso che darti ragione, ma… il confronto non è possibile…anche se sempre di intreccio si parla, sono due cose totalmente diverse…perchè diversi sono i materiali di partenza e , di conseguenza, anche le tecniche e i trattamenti.Non sono espertissima in materia, mi sono avvicinata alla carta solo l'anno scorso, e non è la mia unica passione anzi, ne ho moltissime altre..ma ti dico la mia…-per quanto riguarda la carta io non uso i quotidiani perchè non li compro più cartacei, ma trovo comunque tantissimo materiale tra i volantini pubblicitari dei vari super, vecchi elenchi del telefono ecc.. e non lasciano le dita nere…-tagliare e arrotolare è noioso e ripetitivo, ma anche rilassante perchè non devi porre molta attenzione e puoi pensare ad altro, seguire qualche trasmissione o…meditare-puoi fare cannucce di diversa lunghezza e spessore secondo il tipo si carta o il progetto scelto-devi assolutamente usare la colla vinilica diluita o meno per fissare il lavoro finito e dare robustezza al tutto, poi puoi colorare o meno e a volte dare anche la vernice finale per un buon risultato-puoi colorare direttamente le cannucce, o la carta oppure usare carta colorata per effetti particolari-in alcuni lavori puoi anche inserire del filo metallico all'interno delle cannucce per dare la forma e la robustezza necessariaDetto questo (ma ce ne sarebbe da dire…) non si può paragonare neppure lontanamente alla bellezza del materiale naturale (che però chi abita in città difficilmente si può procurare) ed è pur sempre un ottimo riuso creativo della carta che andrebbe ad aumentare la massa dei rifiuti (non tutta infatti viene riciclata..) Ma tu continua a fare i tuoi meravigliosi lavori.. che poi io vengo ad ammirarli e un po' ad invidiarteli!!Un caro saluto, buona settimanaCarmen

  2. Anche i miei primi lavori erano…mollicci, ma ora ho sostituito la carta di giornale con quella delle riviste, e con il tempo anche le cannucce sono molto migliorate. E poi di solito uso una tessitura più consistente con due "fili" anziché uno. Ho fatto poche cose ancora, ma davvero il miglioramento si vede da uno all'altro! Io vorrei provare ad intrecciare i materiali naturali, ma dovrò mettere in lista d'attesa quest'idea, ho già tante cose da migliorare con quello che già faccio. I tuoi lavori sono splendidi, continua così! Alessia

  3. Ma certo Carmen, non si tratta certo di fare un paragone per scegliere quale tecnica sia migliore, perchè come dici tu, è chiaro che sono due cose diverse che non si possono paragonare! Le mie riflessioni in questo caso sono più un modo per raccontare qualcosa di me, sui miei gusti e sulle mie attitudini, sul fatto che ho poca pazienza per esempio! ;)Comunque mi hai già dato dei suggerimenti interessanti per migliorare il risultato, che in futuro proverò di sicuro, grazie!

  4. Ciao Alessia, grazie per i consigli! Io sono una che non molla e, anche se rimango sulla mia strada, di sicuro proverò ancora e metterò in pratica tutti i vostri preziosi suggerimenti!Mi piacerebbe vedere i tuoi lavori!

  5. Anch'io ho trovato subito molto bello il tuo cestino! E poi, c'è da notare che nonostante lo scoraggiamento, hai portato a termine il lavoro e con un risultato notevole. C'è da dire che la tecnica non è così facile e richiede molta esperienza. Ho avuto modo di parlare un po' con Carmen di Bilibì, che ha fatto cose meravigliose con le cannucce di carta e ho capito che l'abilità manuale che richiede un cesto è davvero grande. Insomma, sei stata brava! Io, per ora, faccio solo stelle, stelline e stellone 🙂

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